Nefèsh – Sofia Quadrini
in the exhibition “Malebolge
Ex Chiesa San Michele Arcangelo, Amelia (2019)

Nefèsh è una performance nella quale gli eventi, il tempo e la scenografia si intrecciano tra di loro. Sofia Quadrini, ballerina e coreografa, diventa parte integrante dello spazio dando vita con il suo corpo agli oggetti, alle pareti, alle opere in mostra, alla totalità del luogo stesso quindi allo spazio scenografico rappresentato dalla chiesa. Questo diviene sfondo di esistenze surreali.
Il pubblico assisterà alla combinazione intrigante tra scenografia bidimensionale e tridimensionale grazie al videomapping usato in correlazione con la mostra; la performer ci pone un quesito sulla realtà, il più antico e contemporaneo allo stesso momento, oggi più che mai incerto, che ci rende testimoni increduli del rapporto sempre più sottile tra quotidianità e realtà virtuale ad elevato impatto visivo.
La performance è in grado di dare sfogo all’immaginazione dello spettatore che deve lasciarsi andare nel susseguirsi delle scene. Nèfesh. Un viaggio nell’infinito mondo interiore alla ricerca di se stessi. La perdizione dell’anima, lo smarrimento del proprio essere, la consapevolezza di ciò che si è e l’accettazione di questo.
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Nefèsh is a performance in which events, time and scenography are intertwined. Sofia Quadrini, dancer and choreographer, becomes an integral part of the space, giving life with her body to the objects, the walls, the works on display, the entirety of the place itself, and therefore to the scenographic space represented by the church. This becomes the backdrop for surreal existences.
The audience will witness the intriguing combination of two-dimensional and three-dimensional scenography thanks to the videomapping used in correlation with the exhibition; the performer poses a question about reality, the most ancient and contemporary at the same time, today more uncertain than ever, making us incredulous witnesses of the increasingly subtle relationship between everyday life and virtual reality with a high visual impact.
The performance is able to give vent to the imagination of the spectator, who must let himself go in the succession of scenes. Nèfesh. A journey into the infinite inner world in search of oneself. The perdition of the soul, the loss of one’s being, the awareness of what one is and the acceptance of this.